Ristorante Romano a Viareggio (LU). Foto di Giorgio Dracopulos Critico Gastronomico.

Il Ristorante “Romano” di Viareggio, in Provincia di Lucca, non è soltanto un famoso, decantato e osannato Ristorante, ma è soprattutto un Locale dove l’eccellenza del buongusto alberga da moltissimi anni. La Storia di questo esercizio ristorativo rappresenta una delle pagine più belle e coinvolgenti della ristorazione Viareggina e nello stesso tempo è anche vanto per tutta la Cucina Italiana.

Proprio nel 2016, precisamente il 15 di Aprile, il Ristorante “Romano” compie un compleanno di tutto rispetto: 50 anni.

La vita del Ristorante “Romano” è legata unicamente e indissolubilmente alla Famiglia Franceschini.

Romano Franceschini nasce nel 1943, a Montecarlo di Lucca, piccolo e storico Comune adagiato,  con la sua bellissima cinta muraria, sul crinale della dorsale che separa la Valdinievole dalla piana di Lucca. L’antico Borgo di Montecarlo fu fondato nel 1333 da Carlo IV di Lussemburgo (Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1355 al 1378) e da ciò ne deriva anche il toponimo.

Montecarlo da sempre ha avuto e ha un’importate vocazione agricola e vitivinicola. Oggi il suo ricco Territorio è ben coltivato a ulivi e viti, vi si produce Olio Extra Vergine di Oliva, Vini Bianchi e Rossi D.O.C. di qualità. Queste terre sono attraversate dalla “Strada del Vino e dell’Olio di Lucca, Montecarlo e Versilia”.

Romano nasce proprio in una famiglia di agricoltori, babbo Rolando e mamma Dina, che dedicano la loro vita con passione e totale impegno alla cura del loro podere. Romano cresce su una terra dove non mancano le “cose buone” e naturali, frutto di un’esperta e attenta produzione Familiare: latte, carne, verdure, frutta, pane, insaccati, olio, vino, funghi, castagne, e grazie all’instancabile babbo anche cacciagione e pesce da un torrente vicino al podere.

Siamo nel primo dopoguerra, la vita non è facile, ma i suoi premurosi e amorevoli genitori non fanno mancare mai nulla a lui e a sua sorella maggiore Lidia (classe 1940).

Questa infanzia, vissuta così a stretto contatto con la natura, sarà per Romano, un ricordo indelebile, che lo seguirà e aiuterà sempre nelle scelte della sua vita.

Romano al compimento dei 17 anni, non mancandogli la voglia di lavorare, arriva a Viareggio e inizia la sua esperienza nella ristorazione impegnandosi in una lunga gavetta, durata 6 anni, che lo porterà a lavorare in pizzerie e ristoranti molto noti in quel periodo: Lido in Piazza Grande, un bar/ristorante in Via Regia e all’Hotel/Ristorante Bonelli. In quest’ultimo Locale Romano segue il servizio di Sala, mentre, prima in Sala poi in Cucina, lavora Gusmano Del Carlo (futuro titolare dell’omonimo e conosciutissimo Ristorante Viareggino, purtroppo scomparso nell’Aprile 2015).

Ovunque, Romano Franceschini, prestava la sua opera, s’impegnava totalmente, voleva imparare, appendere i segreti per gestire nel migliore dei modi un Ristorante. Il suo desiderio più vivo, infatti, era quello di aprire un Locale tutto suo.

Nel 1965, Romano non ha ancora compiuto i 22 anni, conosce, dove lavora, la giovanissima Franca Checchi (classe 1950), sorella di Anna, da poco moglie di Gusmano, è amore a prima vista e, dopo poco, si fidanzano ufficialmente.

Franca e la sorella Anna (chiamata per amore e rispetto, essendo più grande, da Franca, “Zia Anna”) hanno nel sangue la struggente passione per la Cucina, sono cresciute alla “scuola” della loro bravissima mamma Giustina.  Franca è la più piccola di nove figli, la sua Famiglia, originaria di Viareggio, è cresciuta in una cultura tradizionalmente contadina che però si è spinta anche fino ad amare il mare e la pesca.

Eccoci arrivati a un momento fondamentale della vita di Romano che ha 23 anni. Siamo nel 1966, per l’esattezza al 15 di Aprile, quando nella centralissima Via Mazzini di Viareggio (strada che unisce la splendida Passeggiata a Mare a Piazza della Stazione) al numero civico 120, apre il Ristorante/Rosticceria “da Romano”.

Il primo anno di lavoro è entusiasmante, impegnativo e di assestamento, Romano si occupa della Sala, dei Vini e degli acquisti, in Cucina ha assunto un giovane Cuoco, Giuseppe Mannini, con lui, fondamentali, la mamma e la sorella, di Romano, accorse ad aiutarlo.

Visto che il Ristorante è “partito” Romano e Franca si sposano e, dopo un bel viaggio di nozze sulla Costiera Amalfitana, al rientro, anche Franca, non ancora diciassettenne, entra in Cucina come aiuto. Pochi mesi dopo Giuseppe Mannini lascia, e, dopo alcuni tentativi con altri professionisti, Franca Checchi Franceschini diventa la “regina” della Cucina del Ristorante.

Grazie al loro straordinario impegno e bravura, il lavoro inizia a ingranare nel verso giusto. Cresce anche la Famiglia Franceschini: nel 1969 nasce Roberto e nel 1971 Maria Cristina. I ragazzi fin da piccoli si appassioneranno all’attività di Famiglia.

Arrivano le prime soddisfazioni e i primi importanti successi. Illustri personaggi e famosi giornalisti gastronomi scoprono questo ottimo Ristorante di Viareggio, dove il mangiar bene e la qualità della materia prima servita in tavola ha pochi concorrenti in Italia. Luigi Veronelli e Luigi Carnacina (era destino fossero due Luigi) prendono ad amare e a cuore il Locale. Si moltiplicano le recensioni favorevoli e gli ottimi punteggi sulle Guide specializzate, con così tanti apprezzamenti positivi la fama del Ristorante sale sempre più in alto.

Ristorante Romano. Gli Assaggi. Foto di Giorgio Dracopulos Critico Gastronomico

Sono anni di frenetica attività, Romano è molto preso anche dal suo grande amore per l’enologia (tutt’oggi cura personalmente la sua vigna a Montecarlo da cui produce il suo Vino) che lo porta ad  aprire, nei primi anni ottanta, anche un altro Locale, di nuova concezione (tra i primi in Italia),  sempre in Via Mazzini (poco più avanti del Ristorante, a destra verso la Stazione), L’Enoteca con Cucina “Punto di Vino”.

Nel 1982 il Ristorante “Romano” (era stato semplificato il nome togliendo il “da”) affronta la sua prima ristrutturazione per adeguarsi alle nuove e accresciute necessità.

Sempre grazie alla sua passione per “il Vino e dintorni”, nel 1983, Romano si diploma Sommelier dell’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.).

Il Ristorante “Romano” intanto è diventato meta di personaggi illustri della cultura, come Mario Tobino, e del bel mondo economico, dello spettacolo e del miglior turismo. A conferma di tutto ciò arrivano innumerevoli premi, tra i quali spiccano, nel 1986, la “Stella” della Guida Rossa Michelin (da allora sempre confermata) e in anni più recenti anche l’Oscar della Cucina.

Gli anni passano e crescono anche i figli. Roberto nel 1990 si diploma Ragioniere e, nello stesso periodo inizia a frequentare i corsi dell’Associazione Italiana Sommelier (si diplomerà professionista nel 1996).

Ristorante Romano a Viareggio (LU). Roberto Franceschini, Giorgio Dracopulos, Romano Franceschini.  Foto di Giorgio Dracopulos Critico Gastronomico.

Nel 1994 Roberto, appena tornato da uno stage straordinario, fatto negli Stati Uniti, a New York, presso il famosissimo Ristorante “Le Cirque” della Famiglia Maccioni (Sirio, la moglie Egidiana e i figli Mario, Marco e Mauro amici dei Franceschini lo hanno accolto come un figlio), insieme alla sorella Maria Cristina, prende le redini dell’altro Locale di Famiglia, il “Punto di Vino”. Un’esperienza lunga e proficua che durerà fino al 31 Maggio 2001, data in cui, a malincuore, l’Enoteca fu venduta per motivi organizzativi.

Infatti è di quel periodo prende vita la seconda, impegnativa e più importante ristrutturazione del Ristorante “Romano”, che riaprirà il 25 Giugno 2001 con tutta la Famiglia riunita al lavoro.

Roberto Franceschini è molto bravo, sia come padrone di “casa”, sia come autorevole Sommelier Professionista. Per tali e altri meriti, nel 2007, ha ricevuto, dalla Guida dell’Espresso, il “ Premio Duca di Salaparuta” come “Miglior Sommelier dell’Anno distintosi per competenza e professionalità”, e nel 2009 ha vinto il “Premio Internazionale del Vino” come “Miglior Sommelier nel suo Ristorante”. La grande predilezione di Roberto per i grandi e affascinanti Vini Francesi (in particolare Champagne e Borgogna), nonché per gli Italiani come quelli della Toscana, si nota nella sua eccezionale Carta dei Vini. Una Carta che Romano ha iniziato a curare molti anni fa e, in anni più vicini, diventata il “regno” di Roberto. Una “Carta dei Vini” che molte e importanti Riviste specializzate, sia nazionali che internazionali, hanno premiato, non solo per le 1.300 diverse ed eccellenti Etichette da tutto il mondo (molte delle quali è possibile trovarle nelle migliori annate e nei diversi formati) ma anche per l’accuratissima e vasta selezione, per la qualità e l’originalità delle proposte, per l’equilibrio dei ricarichi, per il costante aggiornamento e per la praticità di lettura. Oltre a tutto ciò anche una Carta apposita con un’ampia e accurata scelta di “Vini al Calice” e una per le “Birre”. Specifica Carta anche per “Distillati” e “Caffè”.

Cresciuta in una Famiglia di cosi grandi appassionati del mondo del Vino, anche Maria Cristina ha finito per diplomarsi Sommelier Professionista.

Ma veniamo alla descrizione del Ristorante “Romano”. Dopo la ristrutturazione, del 2001, il Locale si presenta elegantemente accogliente. Si entra, passato l’ingresso esterno, attraverso una porta automatica scorrevole che si apre sulla sinistra. Da qui si accede in un accogliente spazio dove a sinistra troviamo il salottino e a destra un ampio disimpegno che ci porta alla grande Sala rettangolare con 15 tavoli super comodi per un massimo di 45 ospiti.

Ristorante Romano a Viareggio (LU). Una Vista della Sala. Foto di Giorgio Dracopulos Critico Gastronomico.

I colori sono tenui e caldi, insieme ai piccoli separé di vetro, ricordano molto le sfumature del mare e della natura. Il pavimento è in Tek chiaro, in fondo alla sala (lato interno), l’attrezzatissima  Cucina a vista attraverso una doppia finestra. Bellissima ed elegante l’apparecchiatura, è un “lussurioso” piacere sedersi a tavola: le tovaglie sono di lino, le stoviglie firmate, prodotte dalle più importanti aziende del Mondo, i bicchieri della “Riedel” (rinomata Azienda Austriaca fondata nel 1756), la preziosa argenteria è della Ditta Milanese “Broggi” (produttori dal 1818).

Il Menu offre alla carta una serie di magnifici piatti, in prevalenza di Mare. Ma si possono personalizzare anche, verbalmente, di volta il volta, “Menu Classici”, preparati secondo le disponibilità del mercato giornaliero e serviti per tutti gli ospiti del tavolo. A parte la ricca e golosa “Carta dei Dolci”.

Al Ristorante “Romano” le  materie prime usate sono eccellenti sia per la freschezza che per la qualità.

Romano Franceschini è famoso per il modo in cui la mattina presto si reca a fare la spesa. Un’arte frutto del suo amore e passione per i migliori prodotti del Mare e della Terra. Le amorevoli e sapienti mani, di sua moglie, la Chef Franca Checchi Franceschini (assistita da una giovane bravissima Brigata di Cucina), trasformano questa spesa nelle magnifiche preparazioni che vengono servite.

Ristorante Romano a Viareggio (LU). La Chef Franca Checchi Franceschini e la Brigata di Cucina. Foto di Giorgio Dracopulos Critico Gastronomico.

Per il raggiungimento di una meta cosi straordinaria, i primi “50 anni” del Ristorante “Romano” di Viareggio, in Provincia di Lucca, “Tempio dell’Enogastronomia d’eccellenza”, alla Famiglia Franceschini, da decenni carissimi amici, vanno, con tutto il mio affetto e riconoscenza, le mie congratulazioni più sincere per il super meritato successo ottenuto in questi anni.

Giorgio Dracopulos

http://www.romanoristorante.it/

Ristorante Da Mirko, Marina di Cecina, L'Ingresso. Foto di Giorgio Dracopulos Critico Gastronomico

 

Cecina, in Provincia di Livorno, oggi è un vivace Comune, di circa 28.000 abitanti, ma ha, alle spalle, un’antica storia che risale addirittura agli Etruschi.

Famose sono le sue Pinete che formano la “Riserva Naturale Biogenetica dei Tomboli di Cecina”.
Cecina è collegata, senza interruzione di sorta, con il suo quartiere litoraneo di Cecina Mare (o Marina di Cecina) principalmente con il bel Viale alberato (Viale della Repubblica).
Marina di Cecina, dagli anni sessanta, è una meta turistica estiva accogliente e molto apprezzata e le sue spiagge, vista la particolare validità dei servizi offerti e la qualità del mare, dal 2006 ricevono anche la prestigiosa “Bandiera Blu”.
Proprio sulla lunga e bella passeggiata pedonale del lungomare di Marina di Cecina, a ridosso della spiaggia, c’è il Ristorante “Da Mirko” dello Chef Patron Mirko Pedroni.
Mirko è nato a Cecina, il 10 Maggio 1979, dopo le scuole dell’obbligo decide che il suo lavoro sarà quello di fare il Cuoco. A tale scopo frequenta l’Istituto Statale Professionale Settore Servizi “Enrico Mattei”, di Rosigano Solvay (LI) (con sede distaccata a Castiglioncello Località “Le Forbici”), con l’Indirizzo Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera, diplomandosi nel 1996.
Mirko, mentre frequenta la Scuola, nei periodi di vacanza estivi, fa le sue prime esperienze nella cucina del più vecchio Ristorante di Marina di Cecina, “Il Faro”. Il Locale dal 1957 è della Famiglia Poggetti, e in cucina, da 35 anni, c’è il bravo Chef Rosario Larosa.
Appena diplomato entra a lavorare al Ristorante del Villaggio Turistico Francese Club Cecina, ubicato sul mare in Località Gorette, a San Pietro in Palazzi (LI). Qui, dal 1996 al 1998, apprende i dettami della Cucina internazionale con l’esperto Chef Hugo.
Dal 1999 fino al 2002, Mirko fa l’esperienza più importante per la sua carriera, lavora fianco a fianco con il grande Chef Mauro Bazzichi del Ristorante “Bagatelle” di Marina di Cecina.
Dopo questa positivissima esperienza, dal 2003 al 2004, Mirko assume, come Chef, la responsabilità della Cucina del Ristorante dello Stabilimento Balneare/Discoteca “Il Delfino” in Località “Le Gorette” a San Pietro in Palazzi, Cecina.
Nel 2005 Mirko lavora in alcuni conosciuti Ristoranti all’Abetone (PT) , nota Località sciistica, e a Casale Marittimo (PI).
Mirko ha ormai raggiunto le capacità per “camminare con le proprie gambe” e decide di prendere la gestione del Ristorante dello Stabilimento Balneare “Il Delfino”.
Dal 2006 al 2010 l’esperienza nel suo Locale gli darà molte soddisfazioni e lo farà conoscere come Chef emergente.
Poi, nel Gennaio 2011, si trasferisce sul Lungomare di Marina di Cecina e apre il suo nuovo Ristorante “Da Mirko”.
Il Ristorante “Da Mirko” è sulla spiaggia, salendo tre scalini si entra nel disimpegno che subito sulla destra si apre nella luminosissima sala ad elle (ben 5 grandi aperture vetrate).
Magnifica la vista del mare.
Il colore prevalente è il bianco, il soffitto è verde pallido con una lunga tenda drappeggiata ad onda.
Nella Sala (subito all’inizio, a sinistra, c’è il bancone) si trovano una dozzina di tavolini, ben distanziati, con le seggiole imbottite dall’alta e comoda spalliera, il tutto per servire al meglio una quarantina di coperti.

Ristorante Da Mirko, Marina di Cecina, La Sala. Foto di Giorgio Dracopulos Critico Gastronomico.
Con la buona stagione si può mangiare fuori nell’ampio “dehors”, sempre sulla spiaggia, fornito anche di una bella struttura chiudibile.
La Terrazza esterna, quella di lato al Ristorante, sempre durante la stagione Estiva, viene attrezzata anche a Wine-Sushi-Bar per poter far gustare anche ottimi aperitivi accompagnati da gustosi stuzzichini.
L’apparecchiatura è semplice ma fine ed elegante.
La Carta dei Vini è molto curata, grande attenzione per le piccole Aziende di qualità. Troviamo un ampia selezione di Vini Bianchi Italiani, da tutte le Regioni più avocate, e dal Mondo, poi ci sono le Bollicine Italiane e gli Champagne, per finire una piccola ma importante selezione di Vini Rossi Toscani. Una Carta dei Vini attenta anche nei prezzi.
Il Menu è di Mare, ma è possibile seguirne uno apposito per i Vegetariani. Ci sono tre percorsi guidati consigliati dallo Chef: “Il 5°/4°” (di mare), “Percorso”, “Only for Two” (per una serata indimenticabile). La scelta alla carta, poi, accontenta tutti. Infine troviamo i Dessert e, se volete, ognuno ha il suo specifico abbinamento al bicchiere.
Ma veniamo alla degustazione effettuata che è stata accompagnata dai seguenti Vini:
– “Emilio Primo Bianco 2012”, Toscana I.G.T., 100% Vermentino, 13% Vol., prodotto, in Località Sant’Uberto a Bolgheri (LI), dall’Azienda Terre del Marchesato della Famiglia Fuselli;
– “Ben Ryé 2010”, Bianco naturale dolce, Passito di Pantellaria D.O.P., 100% Zibibbo (Moscato di Alessandria), 14,5% Vol., dell’Azienda Siciliana Donnafugata a Marsala (Trapani).
In tavola il cestino metallico con il fragrante e buon pane della Casa: Pane bianco al latte, Pane di segale e semi di girasole, Schiacciatina olio e sale.
Sono state servite le seguenti portate:
– Triglia farcita con olive taggiasche su vellutata di piselli e olio nuovo;
– “Trittico di pesce arrosto gratinato” – Tonno gratinato ai pistacchi di Bronte su crema di topinambur (“helianthus tuberosus, rapa tedesca, chiamata anche carciofo di Gerusalemme), Palamita gratinata al sesamo nero su crema di batata (“ipomoea batadas”, patata dolce detta anche Americana), Alici gratinate al mais su insalata invidia(“cichorium endivia”, insalata Belga);

Ristorante Da Mirko, Trittico di Pesce Arrosto Gratinato. Foto di Giorgio Dracopulos Critico Gastronomico
– “Risotto in mezza bottiglia” – Risotto sfumato allo Champagne con ostriche e gamberi rossi;

Ristorante Da Mirko, Risotto in Mezza Bottiglia. Foto di Giorgio Dracopulos Critico Gastronomico.
– Paccheri ripieni di baccalà mantecato con cipolla caramellata e pomodorino confit, su vellutata di zucca;

Ristorante Da Mirko, Paccheri Ripieni di Baccalà. Foto di Giorgio Dracoopulos Critico Gastronomico.
– “Composto, di pesce fresco del giorno, Bollito e non Bollito” – Filetti di orata, rana pescatrice, nasello, con verdure al vapore;
– Semifreddo al pistacchio di Bronte, croccantino di pistacchi e gelato ai fichi, con un biscotto di pasta sfoglia con la forma del “pesciolino” simbolo del Ristorante.
Tutto molto buono.
La Cucina del giovane Chef Mirko Pedroni è misurata, equilibrata, tranquilla, giusta negli abbinamenti e nei sapori, tutte le preparazioni sono molto ben presentate. Si sente la mano di uno Chef saggio ed esperto che predilige la qualità e la tradizione rispettando le materie prime.
Il servizio di Sala è svolto con molta professionalità, educazione e attenzione da Saly Thiam, da diversi anni con Mirko.
Al Ristorante “Da Mirko” di Marina di Cecina ho trovato un giovane e bravo Chef che mi ha fatto sentire, a tavola, i buoni sapori del mare.

Ristorante Da Mirko, Lo Chef Mirko Pedroni e Giorgio Dracopulos Critico Gastronomico

Giorgio Dracopulos

Ristorante Da Mirko
Via Baldissera, 3
Marina di Cecina (LI)
Tel. 0586 622208
Aperto a pranzo e cena
Di riposo il Mercoledì

http://www.ristorantedamirko.it/

Ristorante Mocajo. La Chef Laura Lorenzini, Giorgio Dracopulos e Fabrizio Lorenzini.

La “68” attraversa una delle valli più belle della Toscana, la Val di Cecina, chiamata così dal percorso dell’omonimo Fiume che vi scorre. Una Terra magnifica, fatta di suggestivi panorami e verdeggianti e curate campagne, dove si producono oltre ai buonissimi frutti della terra anche magnifici lavorati di qualità. Una delle Località più piccole, poche case, attraversata da questa strada è una Frazione del Comune di Guardistallo, in Provincia di Pisa, che si chiama “Casino di Terra”. Località conosciuta fin dal Medioevo, come punto di sosta e di ristoro per i carri trainati da cavalli, nasce con il nome di “Casino di Terra” nel 1862 a seguito della realizzazione della linea ferroviaria Cecina-Volterra, e alla conseguente costruzione, in loco, di una piccola Stazioncina che serviva i Comuni di Montescudaio, Guardistallo e altre zone limitrofe. Nel 1952, proprio sulla destra, all’inizio di Casino di Terra venendo da Cecina, fu inaugurato un moderno e attrezzato pastificio (IMEP), proprietà dell’ingegnere Giorgio Perucchetti, dove lavoravano più di una settantina di dipendenti. L’ingegnere dette ai suoi prodotti un marchio (un fagiano su di un ramo) e il nome “Mocajo”, riprendendolo anche dall’omonima Fattoria (sempre dell’ingegnere) ubicata nel territorio.

Il Vecchio Marchio del Pastificio Mocajo. Foto di Giorgio Dracopulos

Il nome “Mocajo” deriva da una pianta erbacea leguminosa, il “Moco”, che veniva utilizzata per l’alimentazione animale e in caso di carestia serviva anche a produrre farine per uso alimentare umano. Lo Stabilimento, purtroppo, fu chiuso nel 1964, ma la grande e alta struttura, in mattoni rossi, è ancora presente e visibile anche se, ormai, è solo un rudere. Proprio adiacente al vecchio edificio del pastificio c’è una palazzina al cui piano terreno ha sede un Ristorante, il “Mocajo”, della Famiglia Lorenzini, un locale elegante e molto rinomato per la sua particolare accoglienza e la sua cucina di grande qualità. La storia del Ristorante “Mocajo” inizia nel 1963, quando il pastificio stava per chiudere e la mensa dello stabilimento aveva già chiuso. Adelmo Lorenzini, classe 1928, e sua moglie Lia (che aveva lavorato fino ad allora al pastificio) decisero di rilevare la gestione della mensa per aprirvi una tipica Trattoria Toscana. Passarono gli anni e, tra piatti tipici e manicaretti fatti con i prelibati  prodotti del territorio, i figli  crescevano, insieme ai profumi straordinari provenienti dalle pentole sul fuoco, imparando, nello stesso tempo, il grande valore dei frutti della terra. La Trattoria il “Mocajo” cambiò passo, e diventò un vero e proprio Ristorante di livello, a partire dall’ingresso di Laura in Cucina. Altro fattore importante fu il rientro, nel 1995, di Fabrizio, il fratello, e di sua moglie Tina che si dedicarono alla Sala e non solo. Laura, cresciuta alla scuola Culinaria della sua mamma e della nonna materna, in pochi anni si è rivelata una Chef di grande talento, molte volte premiata, e Fabrizio è diventato un esperto “Maître”, un vero professionista, anche Sommelier A.I.S. dal Marzo del 2000. Oggi il Ristorante Enoteca “Mocajo” si presenta in grande stile, con un grande livello di accoglienza e di cucina, pur non dimenticandosi delle sue origini. Infatti, adiacente al Ristorante e con un ingresso a parte, c’è ancora una piccola e caratteristica trattoria/negozio/enoteca  “La Dispensa del Mocajo” dove si possono degustare piatti tradizionali o acquistare ottimi prodotti del Territorio e Vini.
Dal grande piazzale parcheggio si arriva alla porta d’ingresso, a destra un piccolo dehors coperto, con 4 tavolini, usato nelle sere d’estate.

Ristorante Mocajo, Casino di Terra (PI). Foto di Giorgio Dracopulos

Entrando si trova l’accogliente reception e sulla destra c’è l’ampia e luminosa sala del Ristorante con al centro il grande caminetto. Bello e tradizionale l’arredo, fine e signorile l’apparecchiatura, i colori sono chiari, tenui e riposanti, le vetrine piene di preziosi distillati attirano subito l’attenzione. Il Menu si apre con il seguente messaggio: “Fabrizio, Laura e tutto lo Staff si augurano che questa sosta al Mocajo sia per Voi serena e familiare e che soddisfi tutte le Vostre aspettative. Vi ricordiamo che state pranzando in quella che un tempo era la sala mensa dei dipendenti del vecchio Pastificio Mocajo, che negli anni 50 fu uno dei più moderni e attrezzati pastifici Italiani, e nella quale ancora oggi da oltre 50 anni la famiglia Lorenzini  Vi accoglie con tutto il suo affetto”. Nella pagina successiva viene sottolineato che il Ristorante appartiene al nostro Circuito di Cultura Enogastronomica “Io Cucino il Territorio” e si leggono le seguenti parole: “Alla base della nostra cucina c’è l’approvvigionamento di prodotti di prima qualità, provenienti dalla nostra zona, la Val di Cecina. Da qui la difficile e costante ricerca di piccole realtà produttive locali che assicurino la qualità e la genuinità, tipiche di coltivazioni di natura biologica e biodinamica. Coltiviamo direttamente per la necessità della cucina un orto di un ettaro. Il Pane è del nostro forno e le Paste sono fatte in Casa”. Dopo c’è la pagina degli aperitivi e successivamente quella dei “Menu Degustazione” e poi una ricca Carta dove in netta prevalenza sono preparazioni di terra. La Carta dei Vini è molto ampia, un bel “tomo” di 35 pagine, dove si può scegliere tra Bollicine Italiane, Champagne, Vini Bianchi Locali e da regioni avocate, vini Rosati toscani, vini Rossi locali, Toscani e del resto d’Italia. Una Carta attentamente selezionata con centinaia di etichette di grande pregio e di tutti i prezzi. Le bottiglie si possono anche vedere e scegliere di persona visitando la cantina a vista climatizzata. Non manca neanche una bella scelta di Birre Artigianali. La degustazione è stata accompagnata da un’ottima bollicina come aperitivo e due bottiglie decisamente straordinarie: “Cantina della Volta Rosé 2010”, Lambrusco di Modena Spumante D.O.C., Metodo Classico, prodotto dall’Azienda Cantina della Volta di Bomporto – MO; un Masseto 2005, Rosso Toscana I.G.T., uno dei migliori Cru del Mondo, della Tenuta dell’Ornellaia di Bolgheri – LI.  Avignonesi Vin Santo di Montepulciano 1998, un blend di Malvasia Toscana e Trebbiano, prodotto da Avignonesi nella Fattoria “Le Capezzine” di Montepulciano – SI. Dell’annata 1998 ne sono state prodotte, per tutto il mondo, solo 2.309 bottiglie da 375 ml., la bottiglia degustata era la n.1978.

Il pranzo ha inizio con un Mini “5 e 5” (tipico panino Livornese farcito con torta di ceci);

Ristorante Mocajo, 5 e 5. Foto di Giorgio Dracopulos

– Elogio al pomodoro del nostro Orto: succo di pomodoro condito e con verdurine dell’orto, accompagnato da un mini spiedino di formaggio, oliva, mezzo pomodorino e cappero “occhio di pernice”;
–  Bavarese al pomodoro con crema da raveggiolo e bresaola di Mucco Pisano;
– Paté di fagiano in guscio di cioccolato, Paté di lumache, con crostino e crema del Frutto della Passione;

Ristorante Mocajo, Paté di Lumache e Paté di Fagiano. Foto di Giorgio Dracopulos

– Battuta di coltello di carne Chianina, burrata, maionese al basilico e delizie dell’Orto;
– Panino di farina di farro della Garfagnana ripieno di giardiniera estiva dell’orto con bocconcini di arista insieme a due mezze fette di arista con paté di fagioli cannellini;
– Pappa al pomodoro “Pisanello” con gelato all’aglio a pane croccante spalmato al pesto di basilico;
– Gnudi con ragù di Chianina e scaglie di Parmigiano Reggiano, invecchiato 36 mesi;
– Lasagnetta con ragù di capretto e piselli insieme a formaggio erborinato della Maremma;
– Fagottini di baccalà in salsa dolce forte classica;
– Piccione al forno, coscia e ala, parzialmente disossate e ripiene, accompagnate da un panino con hamburger di petto di piccione e crème caramel di cipolla;

Ristorante Mocajo, Piccione al Forno. Foto di Giorgio Dracopulos

– “Dal Trippaio”: Listarelle di trippa fritte, Centopelli al Vin Santo e zafferano, Panino di lampredotto e salsa verde, Croce e cuffia alla Fiorentina;
– Granita al bitter;
– Zuppa Inglese con cioccolato Amedei.

Una degustazione estremamente valida e decisamente molto buona, fatta con delle materie prime di grande rilievo e qualità e anche molto ben presentata. I prodotti del loro orto, coltivato tutt’ora da Babbo Adelmo, sono veramente buonissimi e il loro uso arricchisce i piatti di intensi profumi e deliziosi sapori. La cucina tradizionale di Laura è di grande gusto e anche qualche piccola rivisitazione, in chiave più moderna, fatta con giusta misura, sia nelle dosi che negli accostamenti, dà ai piatti molta piacevolezza. In Sala Fabrizio e sua Moglie Tina vi “coccoleranno” con tutta la loro grande professionalità ed esperienza. Al Ristorante “Mocajo” a Casino di Terra, in Provincia di Pisa, da oltre 50 anni portato avanti dalla Famiglia Lorenzini, ho trovato dell’ottima cucina Toscana, fatta con amore e passione, andando ben oltre le mie più rosee aspettative.

Giorgio Dracopulos

http://www.ristorantemocajo.it/

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